Nell’abisso democratico

Siamo ormai in odore di regionali, la campagna elettorale è già entrata nel vivo, come si intuisce dagli accesi scambi che vengono riportati ormai quotidianamente dalle testate locali e nazionali. Beh, dovendo fare un’analisi così…di pancia, mi verrebbe da dire che il futuro prossimo della sinistra italiana è denso di nubi minacciose.loghi democratici
Non mi soffermo sulle grandi indecisioni e sul tatticismo che contraddistingue le nomine dei candidati perché potete tranquillamente leggervi pagine e pagine di giornali, arrivando poi a verità parziali e a riflessioni magari scontate. Non è infatti questo il problema principale, tant’è vero che riguarda anche l’avversario.
Forse D’Alema e soci, dopo aver ripreso in mano la linea del partito e aver annichilito i veltroniani, si preparano a rilanciare l’ennesima stagione del cambiamento di un partito che, diciamolo, è nato morto. Una morte indotta però dai suoi stessi progenitori, senza che ci si possa aggrappare a scuse di altro tipo. Certo, chi l’avrebbe mai detto che il buon Tonino avrebbe sfondato il muro dell’8%? Beh di certo non si può parlare di voti rubati, considerarli voti strappati all’astensionismo o peggio alle destre mi sembra la lettura più corretta.
Certo, più a sinistra stanno messi peggio, dopo la Caporetto alle politiche e il “suicidio per orgoglio” alle europee di Ferrero e Vendola. Ma non ci si può consolare con il vecchio detto del mal comune dal momento che, fino a prova contraria, PD e sinistra radicale sono due aspetti diversi della stessa sinistra italiana.
Ma allora perché il declino? Perché Berlusconi vince da 15 anni nonostante gli sforzi tra gli intellettuali di sinistra di mostrarne la pericolosa mania di grandezza? Perché Prodi, Rutelli, ancora Prodi, Veltroni, Franceschini se ne sono andati a casa mentre lui è sempre lì?
Una parte della risposta riguarda Berlusconi e la saltiamo. L’altra riguarda questa sinistra, incapace ormai di ascoltare gli elettori, di calcare le piazze, di difendere i lavoratori e di esaltare i giovani. Benché si provi a salvare qualcosa si fa davvero fatica: bene la Bonino, se fosse stata candidata quindici anni fa almeno e non avesse fatto quello spot agghiacciante di nome “Emmatar”. Una presa per il culo, come dire: cavalco l’onda del caso cinematografico che durerà quanto mi basta per le elezioni. Bene Boccia, se non ci fosse già l’ottimo lavoro di Vendola che non può essere buttato via e che sicuramente andava sostenuto invece di vessarlo.
Il problema è che la sinistra è sempre stata altezzosa negli ultimi anni e le varie batoste elettorali sembrano non essere servite. Come i vari scandali/inchieste (Marrazzo, Turco, Bassolino) che però non riescono a scalfire, almeno nelle loro teste, la presunta “superiorità morale” di cui si parla da anni.
Mi ricordo bene quando la sinistra stravinse alle elezioni regionali del 2005, senza avere fatto nessuna opera di contrasto alle leggi vergogna del peggiore periodo berlusconiano. I cittadini si erano accorti che la situazione era più grigia del solito, così anche quelli che non avevano votato nel 2001 si erano turati il naso e avevano sostenuto il centrosinistra. Mi ricordo ancora la puntata di Ballarò la sera dei risultati: Rutelli che viene a fare lo splendido dopo non aver fatto un cazzo per quattro anni, D’Alema che riappare a sollevare il trofeo, salvo poi defilarsi quando le cose vanno male. Berlusconi faceva quasi pietà, ma era venuto lì a Ballarò a metterci la faccia, per farsi poi sbeffeggiare. Aveva appena perso e già si era messo al lavoro: in un anno ha recuperato milioni di voti persi, ha dato a Prodi una maggioranza risicata e poi lo ha fatto cadere con i suoi metodi loschi.
Beh, secondo me queste elezioni saranno una specie di pareggio che però significa sconfitta per il centrosinistra, dal momento che storicamente la coalizione di Governo è sfavorita nelle verifiche elettorali intermedie. In ogni caso anche se andasse bene, la sinistra sarebbe sempre perdente, con il suo narcisismo, i suoi modi altezzosi e la sua arroganza.

DEUX CUP SOUP

La vittoria di Scott Brown nel Massachusetts, nel seggio per 46 anni appartenuto a Ted Kennedy, ha fatto perdere ai democratici la maggioranza qualificata al senato. Alcune considerazioni:
1. Bravo il candidato repubblicano che si è speso fino in fondo, girando piazze e facendo comizi; mentre la rivale democratica, sicura di vincere, era partita per le vacanze di Natale.
2. Avviso ai naviganti: la popolarità di Barack è in forte calo, a causa anche di una campagna elettorale appassionata le cui promesse ora gravano però come un macigno sulle spalle del presidente. Obama deve fare  di più, lo deve agli americani ma anche alla Storia.
3. La mancanza di risultati concreti porta ad un calo di popolarità ovunque (Obama). In America però ti mandano a casa, da noi si fa più fatica a smuovere le coscienze (Berlusconi).

ENCORE

Deciso a voler curare un po’ l’estetica, oggi ho fatto io l’immagine. Una roba fatta in 5 minuti, ma non è questo il punto. Essendo a lavoro ho usato un programma on line, davvero easy, molto curato, gratis e che non rischiede registrazione. Ve lo suggerisco: Pixlr.

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~ di gabrieleveronesi su gennaio 24, 2010.